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Falco

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12/05/2012

Questo rappresentante estremo degli uccelli da preda possiede una struttura corporea massiccia.
Il piumaggio della testa è nero con riflessi rossastri e alla base del becco si trova una macchia
scura a forma di baffi (mustacchio). La parte superiore del corpo è grigio scuro e tende a
schiarirsi al di sopra della coda. La gola e le parti laterali del collo sono bianchi. La parte
inferiore si evidenzia per il color bianco rosato con delle sottili striature nere sul petto. Il
maschio e la femmina sono piuttosto simili, anche se il piumaggio della femmina è leggermente
più scuro. Il becco di questo splendido falco è color ardesia con la punta nera. Le zampe si
distinguono per il colore giallo brillante. Il giovane si differenzia per svariate caratteristiche: la
presenza di piccole striature chiare sul capo scuro e di bordature marroni sulle ali; la
colorazione fulva della parte inferiore del corpo; la scura tonalità delle zampe, da grigio bluastro
a grigio verdastro. Nel corso del secondo inverno il giovane cambia il piumaggio, acquisendo
tutte le tonalità dell’adulto.
Ciò che distingue principalmente il maschio dalla femmina sono le dimensioni: quest’ultima è
più grande di un terzo del maschio, raggiungendo i 700-1000 g contro i 400-650 g del
compagno . La lunghezza del corpo è di circa 40-50 cm e l’apertura alare varia tra gli 80 e i 110
cm.

Questa specie plana e volteggia ad ali piatte o leggermente rivolte verso il basso ed i battiti d’ala
sono rapidi e nervosi.
L’alimentazione di questo falco comprende principalmente uccelli, dalle dimensioni di un
passero a quelle di un colombaccio o di un germano reale. Nelle zone interne preda piccioni
domestici e selvatici, tortore, corvidi, alcuni rapaci e passeriformi di ogni genere. Lungo le coste
e le zone paludose la dieta si modifica, includendo uccelli marini (come i gabbiani e le starne) e
anatre. Talvolta non rifiuta i piccoli mammiferi terrestri (come le arvicole), i pipistrelli e gli
insetti. Le prede più grosse sono catturate solo dalle femmine. La caccia è eseguita sia in volo
esplorativo che in agguato: nel primo caso il falco plana molto in alto osservando i movimenti
degli uccelli sottostanti e nel secondo caso si apposta in una posizione dominante (ad esempio
una roccia, ma anche un edificio come un grattacielo). Di norma la preda è catturata in volo,
con una picchiata verticale velocissima che si conclude con un’artigliata mortale: la vittima è

riagganciata ancora in aria oppure è recuperata a terra. In altri casi il Pellegrino sferra l’attacco
dal basso, risalendo dopo una picchiata con cabrata; altre volte si porta appena al di sotto della
preda e, senza farsi scorgere, l’afferra all’improvviso. Talvolta è possibile ammirarlo librarsi
nell’aria, per alcuni secondi, grazie a battiti d’ala molto veloci: questa posizione detta dello
“spirito santo” (comune anche in altri falchi) gli consente di scrutare lo spazio circostante.
Nonostante le strategie di caccia siano svariate e raffinate, la possibilità di insuccesso è piuttosto
elevata (sino al 60%).
Anno dopo anno la coppia occupa gli stessi territori riproduttivi. Le parate nuziali e gli
accoppiamenti avvengono in inverno e all’inizio della primavera e sono accompagnati da
chiassosi emissioni vocali. Il maschio per conquistare la femmina esegue degli acrobatici voli,
intervallando picchiate e planate di coppia, donandole di tanto in tanto una preda. Sono
deposte 1-7 uova, generalmente 3-4, ad intervalli di due tre giorni. La cova è principalmente
eseguita dalla femmina, e a brevi tratti dal maschio, che però le assicura il cibo. Dopo circa 30
giorni le uova si schiudono. La femmina copre i pulcini per la prima settimana imbeccandoli e
proteggendoli, e successivamente rimane in zona attaccando qualsiasi intruso. Nel frattempo il
compagno procura cibo a sufficienza per tutta la famiglia. A circa tre settimane i pulcini sono
impiumati ed iniziano a mangiare da soli. Dopo circa un mese dalla nascita i pulcini s’involano,
rimanendo però in zona per 4-6 settimane e divenendo progressivamente più indipendenti. Da
questo momento iniziano ad errare sino a che non individuano una propria zona di
nidificazione, generalmente dopo il secondo inverno con il piumaggio da adulto.
Le migrazioni del falco pellegrino avvengono verso sud in autunno e verso nord in primavera.

 

Grazie alla sua grande capacità di adattamento ad ambienti diversi (ossia un’elevata plasticità
ecologica) abita nei luoghi più disparati (dagli isolotti, alle falesie e alle montagne oltre i 3000
metri in Asia). Non occupa le zone desertiche o troppo aride e nemmeno quelle eccessivamente
boscate. E’ praticamente una specie cosmopolita ed è assente dal Sahara, dall’Asia centrale e da
gran parte del Sud America.

Il falco pellegrino raggiunge la preda dopo una picchiata di oltre 300 km orari. E’ per questo
motivo che le sue prede sono principalmente uccelli in volo…rischierebbe, infatti, di non avere
a disposizione sufficiente spazio di frenata e di schiantarsi al suolo.