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Giugno il 2° mese più caldo di sempre. Campagne e animali in crisi

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02/07/2012

Il giorno più bollente dell’anno è arrivato dopo un mese di giugno che ha chiuso classificandosi in Italia al 

secondo posto tra i più caldi di sempre, dietro solo a quello del 2003 segnato da una siccità storica. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che nelle campagne, già provate dalla riduzione di precipitazioni primaverili, è a pieno regime il servizio di irrigazione per salvare le coltivazioni in campo. Le temperature a giugno 2012 sono risultate più calde di 3 gradi rispetto alla norma mensile del periodo 1961/90 ma il livello dei laghi al nord – sottolinea la Coldiretti – è ancora nella media anche se nel centro Italia e nelle regioni settentrionali ci sono situazioni preoccupanti. Soprattutto nel nord est – precisa la Coldiretti – è allarme per le scarse precipitazioni registrate nei mesi scorsi che hanno impedito l’accumulo di riserve idriche a monte. Le coltivazioni – continua la Coldiretti – in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo ed hanno bisogno dell’acqua per completare il ciclo produttivo. Infatti la perdita di acqua delle piante e del terreno, cosiddetta evapotraspirazione, con le temperature bollenti di questi giorni ha raggiunto livelli che – conclude la Coldiretti – si registrano normalmente a fine luglio/agosto.

Stressate dal caldo anche le mucche che con le alte temperature producono fino al 10 per cento di latte in meno rispetto ai periodi normali. Per loro il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso nelle stalle sono già scattate le contromisure: per le mucche sono partiti ventilatori e doccette, mentre per i maiali sono stati accesi i condizionatori per evitare che le temperature sfondino la soglia dei 28 gradi oltre la quale gli animali cominciano a soffrire e a mangiare fino al 40 per cento in meno della razione giornaliera. Al calo delle produzioni di latte si aggiunge dunque anche – conclude la Coldiretti – un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.


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